IL GEMELLO, di Vincenzo Marra, Italia 2012, 88 min.
Il Gemello è il nomignolo di Raffaele. Ha 29 anni e due fratelli gemelli. E’ entrato in carcere all’età di 15 anni per aver rapinato una banca, da 12 vive lì dentro. Raffaele non è un detenuto normale, ha carisma e gode di grande “rispetto” da parte degli altri detenuti. Il film è un viaggio all’interno dei luoghi fisici e dell’anima di Secondigliano, dagli spazi angusti delle celle, al parlatoio in cui si incrociano le esistenze dei tre protagonisti tra piccoli e grandi avvenimenti.

TUTTI I CINESI CONOSCONO IL KUNG FU, di Eliana De Leo e Alessio Strazzullo, Italia 2012, 40 min.
Il film sfata alcuni miti relativi alle comunità cinesi nel nostro Paese attraverso le interviste fatte a 4 ragazzi: due di questi sono ragazzi italiani che hanno vissuto e lavorato in Cina e che lavorano attualmente a contatto con le comunità cinesi, gli altri due sono ragazzi cinesi giunti in Italia con ricongiungimento familiare tra mille difficoltà  che oggi sono pienamente integrati con la comunità italiana. E’ una produzione de: “Il Levante” – Testata Universitaria d’Informazione www.levanteonline.net. L’iniziativa è finanziata dall’Università degli Studi di Napoli “l’Orientale” e vede la partnership di Youth Press Italia.

THANK GOD IT’S FRIDAY, di Jan Beddegenoodts, Belgio 2012, 51 min.
Thank God it´s Friday segue la vita quotidiana nel villaggio palestinese Nabi Saleh nello stanziamento opposto Halamita Israeliano. Giorno dopo giorno le proteste si fanno più intense. Durante una protesta di un venerdì di dicembre Mustafa Tamimi di Nabi Saleh viene ucciso a morte. Quando Thank God It´s Friday finisce i filmaker organizzano una proiezione a Nabi Saleh e nell’insediamento Halamita stesso.

AÑOS DE CALLE, di Alejandra Grinschpun, Argentina 2012, 73 min.
Nel 1999 i protagonisti erano bambini e vivevano delle strade di Buenos Aires. Come sarebbe stato il loro futuro? Quei bambini che trascorrevano i loro giorni giocando sono cresciuti e si sono trasformati in adolescenti e poi in adulti. “Años de calle” attraversa 12 anni che intersecano quattro storie di vita tra cui quella del regista dietro la macchina da presa. Scene quotidiane ed intime rappresentano il significato della marginalizzazione, la ricerca dell’inclusuine e lo sguardo di chi osserva.

NO, I GIORNI DELL’ ARCOBALENO, di Pablo Larrain, Cile 2012, 110 min.
1988. Il dittatore cileno Augusto Pinochet è costretto a cedere alle pressioni internazionali e a sottoporre a referendum popolare il proprio incarico di Presidente (ottenuto grazie al colpo di stato contro il governo democraticamente eletto e guidato da Salvador Allende). I cileni debbono decidere se affidargli o meno altri 8 anni di potere. Per la prima volta da anni anche i partiti di opposizione hanno accesso quotidiano al mezzo televisivo in uno spazio della durata di 15 minuti. Pur nella convinzione di avere scarse probabilità di successo, il fronte del NO si mobilita e affida la campagna a un giovane pubblicitario anticonformista: René Saavedra.

THE SUFFERING GRASSES: quando gli elefanti combattono, è l’erba a soffrire, di Iara Lee, USA, Turchia, Siria, 2011, 50 min
Dopo oltre due anni di sanguinosa guerra civile e 100.000 morti, il conflitto sirano è diventato un microcosmo di tensioni politiche nel mediooriente e una rappresentazione deprorevole di tutto il mondo. In contrasto allo scenario della primavera araba e degli equilibri politici della regione, questo film cerca di esplorare il conflitto siriano attraverso l’umanitità dei civili che sono stati uccisi, abusati e relegati nello squallore dei campi profughi. In tutti questi conflitti, piccoli e grandi, sono i civili – donne e bambini, famiglie ed intere comunità – che soffrono per il comodo di coloro che sono al potere e che vengono colpiti dal fuoco incrociato degli egemoni. Quando gli elefanti vanno in guerra, è l’erba a soffrire.

KOSMA, di Sonja Blagojević, Serbia 2013, 73 min.
La rete di radio Kosma è l’unico collegamento tra comunità serbe isolate, in Kosovo. Il suono viaggia, rompendo barriere che gli ascoltatori non possono, da soli, valicare. Il razionamento dell’acqua e i black-out, la paura e il volo radente degli elicotteri, sono precipitati dentro storie, azioni ed aspirazioni del tutto umani. In questo posto, pieno di memoria e tradizioni, le voci delle radio fanno da testimoni alla vita quotidiana, alle storie delle persone, agli eventi e alla perenne speranza.

LA BESA DI LUCE, di Nathalie Rossetti e Turi Finocchiaro , 2008, 53 min.
Luce ha perso il figlio durante i disordini del ’91, nella transizione alla democrazia in Albania. Dopo un lungo percorso spirituale e seguendo uno degli aspetti meno noti del Kanun, Luce decide di non vendicarsi e perdonare l’assassino. In un rito di riconciliazione, la famiglia cattolica della vittima e quella musulmana dell’assassino, s’incontrano e si promettono la pace. Oggi Luce è una mediatrice di pace e sta tentando di riconciliare altre famiglie coinvolte nelle vendette del sangue.

POLVERE – IL GRANDE PROCESSO DELL’AMIANTO, di Niccolò Bruna e Andrea Prandstraller, Italia /Belgio Svizzera /Francia 2011, 85 min.
Da anni, in Europa, l’amianto è associato al pericolo, alla malattia, alla morte. Perché, allora, il 70% della popolazione mondiale è ancora esposto a questa fibra mortale? La produzione di amianto nel mondo ha ripreso a crescere, grazie all’enorme consumo delle economie in rapido sviluppo come India, Cina e Russia. La lobby dei paesi esportatori, con in testa i Canadesi (che lo producono e lo esportano nei paesi in via di sviluppo, ma non lo usano), è potentissima e agisce nelle sedi internazionali per influenzare le politiche dei singoli paesi.

SONO SOLO UNA RAGAZZA, di Adriana Goni Mazzitelli e Maria Rosa Jijon, Italia 2013, 8 min.
La storia di alcune ragazze Rom di un campo alla periferia di Roma che chiedono al presidente Napolitano e a tutti gli italiani di diventare cittadine italiane e di vivere una vita normale, uno spaccato dei loro sogni e delle loro esigenze, girato da ragazzi rom.

ROM, UOMO, di Guido Farinella, Italia 2012, 54 min.
Un uomo e un bambino suonano all’interno di un container, in un campo ai confini di Roma. Una famiglia di musicisti rom viene accolta nella Stage Orchestra di Moni Ovadia. Suonano le struggenti e frizzanti sonorità rom, tramandando una storia fatta di viaggi e discriminazione. I nazisti impiegarono migliaia di bambini come cavie umane, prima di bruciarli nei forni. I musicisti rom, sotto il fumo dei grandi camini, continuarono a suonare le loro melodie piene di sentimento e di rinascita. La stessa musica suonano ai margini delle città, nelle piazze e nei grandi teatri. Un racconto di discriminazione e di accoglienza.

LINDA: UNO SPOT CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE, di Vincenzo Greco, Italia 2009 , 3 min.
Linda si rifà apertamente ad un ipotetico Carosello di fine Anni ’50 con un occhio alla serie Tv culto americana “Mad Men”, almeno nelle esplicite citazioni visive e iconografiche. Racconta di una donna che non viene più accettata delle amiche e che non si sente più ricambiata nel suo affetto da figlia e marito; il motivo le sfugge ma una pubblicità vista per caso su un giornale la illumina.

FORBICI, di Maria Di Razza , Italia 2012 , 3’ 22’’.
La violenza sulla donna, che trova il suo apice nel femminicidio, non ha una matrice dominante. Non c’è un senso, una cultura, una prossimità, o un’esperienza di violenze che inneschi un rapporto causa/effetto ben identificabile. Il fenomeno è trasversale, colpisce nei luoghi più imprevisti e dilaga, emergendo dalle paludi della reticenza solo in proporzione al grado di emancipazione raggiunto dalle donne. L’episodio è ispirato a un fatto di cronaca accaduto in provincia di Napoli il 2 luglio 2012.

LADY WITH FLOWER-HAIR, di Sarah Tabibzadeh, Iran 2012 , 1 min.
The Lady with Flower-Hair è una donna che ha per capelli un insieme di garofani. E’ stata diversa sin dall’infanzia. Lei è preoccupata per i fiori sui capelli e la coesistenza tra due esseri che non hanno assolutamente nulla in comune tra loro è destinata a causare disagio per uno di essi.

IL CELIO AZZURRO DI STEVE, di Rossana Cingolani, Italia 2012 , 11 min.
La storia di Celio Azzurro, è quella di un centro interculturale che accoglie bambini di tutte le etnie, raccontata attraverso gli occhi di Steve Emejuru, mediatore culturale e trascinante maestro di danza nigeriana.

QUEST’ESTATE LE ZANZARE SARANNO PIU’ CATTIVE, di Silvia De Gennaro, Italia 2010, 6’20”.
“Quest’estate le zanzare saranno più cattive” è il titolo di un articolo. Allarme, pericolo, catastrofe: gli aggettivi più usati. Concetti utilizzati spesso anche dal potere politico. La paura è il sistema migliore per controllare le masse, la sottile violenza che esercita una società allarmistica e disfattista genera individui spaventati, senza ambizioni ed isolati l’uno dall’altro.

LINEA NIGRA, di Anna Gigante, Italia 2010, 15 min.
Una casa immersa nella natura. I panni stesi di un bambino di cinque anni, il suo tavolino dei disegni, la sua bicicletta blu. Una donna a pochi giorni dal parto.

IT’S RAINING, di Anna Shepilova, Russia 2012 , 9′ 15”.
Una giornata spensierata si rivela una tragedia per un bambino. Un film sulla fragilità e la relatività della felicità.

LA GUERRA DEI MARITI, di Paola Manno, Italia 2012 , 9’06”.
Il documentario ricostruisce il meccanismo dell’incontro amoroso durante il fascismo nella piccola comunità delle Tremiti. Carmela, giovane isolana, aspetta i soldati dalla “terraferma” per scegliersi un marito. Peppiniella, sarto napoletano confinato insieme ad un centinaio di altri omosessuali, incontra, in condizioni di isolamento e di punizione, l’amore della sua vita.

EL MAR, di Cecilia Atan, Argentina 2012 , 18 min.
Leo e Nina ricevono un regalo di matrimonio: una luna di miele sul litorale fuori stagione. I ragazzi si trovano da soli di fronte al mare, che vedono per la prima volta. Qui si accorgono di conoscersi appena. La stranezza dell’essere intimi, le incomprensioni e ciò che la gente dice sul mare e sull’amore, impedisce di capire ciò che sta succedendo tra di loro.

25 DI DICEMBRE, di Matilde De Feo, Italia 2011 , 5 min.
Mangiare, masticare, ingoiare, inghiottire, divorare, un ritmo compulsivo e tribale che sembra una musica, quella del mio Natale.

H.O.T., Di Roberto Orazi, Italia 2009, 61 min.
Un’inchiesta straordinaria tra i protagonisti di questo traffico mondiale: i donatori, spesso costretti con l’inganno o con il ricatto a rinunciare a un pezzo del loro corpo in cambio di una promessa di lavoro o di una cifra che a volte non vedono neppure; ma anche i mediatori, i trafficanti, i malavitosi che organizzano il passaggio delle persone e dei loro organi da uno Stato all’altro, a volte addirittura da un continente all’altro, spesso grazie alla complicità delle polizie o delle cliniche private. E poi, appunto, i chirurghi che operano a cottimo, sanno ma fingono di non sapere e a volte sono addirittura in combutta con la malavita.