Cortometraggi
Human Rights Short
BUFFER ZONE di Savvas Stavrou
Regno Unito, 15’
Due giovani soldati, oltre le linee nemiche, si innamorano e fuggono dalle loro opprimenti paure attraverso la musica.
DEAR MEN di Keith Gomes
India, 24’
Ispirato alla storia vera di un soccorritore. Mentre è in missione per girare una canzone di Bollywood, un operatore di soccorso si finge un regista e entra in un villaggio controllato da un temuto gangster nel Bihar per salvare due ragazze minorenni trafficate per commercio sessuale.
HOW TO PLEASE di Elina Talvensaari
Finlandia, 27’
in “How to please” l’iracheno Wed Al-Asadi racconta la sua storia di come è rimasto intrappolato nel sistema di asilo finlandese. Fa del suo meglio per superare il labirinto burocratico, ma si rende conto che uscirne è ancora più difficile che entrarci.
IT TAKES A VILLAGE di Ophelia Harutyunyan
Armenia, 20’
Mariam vive in un remoto villaggio armeno senza uomini. Nel giorno del suo compleanno, le speranze di riunirsi con il marito per i festeggiamenti vanno in frantumi.
IVALU di Anders Walter, Pipaluk K. Jørgensen
Danimarca, 15’
Ivalu è scomparsa. La sua sorellina cerca disperatamente di trovarla mentre la vasta natura della Groenlandia nasconde segreti. Dov’è Ivalu?
ON THE LINE di Lotte Manicom
Sud Africa, 25’
Il Sudafrica deporta migliaia di persone ogni anno. Di fatto, è uno dei paesi al mondo che effettua più deportazioni. Con scarso accesso a documenti legali, i migranti e i rifugiati che vivono in Sudafrica sono esposti all’arresto e alla deportazione. “On The Line” offre uno sguardo approfondito sul sistema di detenzione e deportazione dell’immigrazione in Sudafrica, noto per abusi dei diritti umani, inefficacia e corruzione, e considera le potenziali alternative per un futuro più giusto.
POLVERE di Paolo Carboni
Italia, 29’
È la fine del 1985. la sera del 23 dicembre due banditi, armati e con il volto coperto da passamontagna, irrompono in una rivendita di alcolici, dentro c’è un uomo sulla sessantina che non si lascia intimorire e reagisce, vengono sparati due colpi il proprietario rimane a terra senza vita. Aldo è uno studente universitario fuori corso che quella sera ha la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Nei giorni successivi viene fermato, arrestato e messo in isolamento dove rimarrà per 185 giorni Il 2 luglio 1986 Aldo si suicida impiccandosi nella sua cella.
SARA di Ariana Andrade Castro
Perù, 15’
Una bambina solitaria e curiosa di 9 anni scopre che suo padre, un camionista che viaggia per il paese trasportando frutta, trasporta più che semplici merci.
SEMILLAS DE KIVU di Néstor López, Carlos Valle
Spagna, 29’
Nel Kivu (Repubblica Democratica delCongo), una delle regioni più violente al mondo, un gruppo di donne arriva all’Ospedale Panzi dopo essere stato vittima di stupri di gruppo da parte delle bande guerrigliere locali che controllano le risorse minerarie. Il loro trattamento psicologico prima della reintegrazione le mette di fronte al dilemma di accettare i bambini nati in seguito agli stupri, trovando nella questione della maternità un modo per resistere.
SETTE MINUTI di Alessia Bottone
Italia, 15’
Alfredo parla da solo, o meglio parla con una sigaretta. Brutta cosa la solitudine, quella vera, soprattutto a settant’anni. Alfredo è un uomo che ha amato un altro uomo, Mario. Lo ha amato talmente tanto da trovare il coraggio di fare coming out e perdere il lavoro e la famiglia. Mario invece ha continuatola sua vita matrimoniale, poi è diventato padre e infine nonno, perché lui è gay, ma solo part-time. Sette minuti è il tempo necessario per fumare una sigaretta sul balcone, Sette minuti per pensare alla propria vita e scoprire che per esistere ci vuole coraggio, anche quello che gli altri non hanno avuto.
THE PAINTER’S ROOM di Maria Colomer
Danimarca, 22’
Nel cuore della Danimarca idilliaca si trova Kærshovedgård, un ex carcere ora utilizzato come centro di deportazione. Tra i residenti ci sono Artin, un giovane culturista iraniano, e Jahan, un uomo curdo che ha recentemente scoperto il suo talento per la pittura. Nonostante il loro futuro apparentemente senza speranza, trovano modi creativi per portare speranza nelle loro vite e in quelle delle persone intorno a loro.
THINGS UNHEARD OF di Ramazan Kılıç
Turchia, 15’
Una bambina curda cerca di riportare il sorriso sul volto della nonna dopo la disattivazione della sua televisione, unica sua finestra sul mondo, da parte dell’esercito turco.
YOU PLAY MY FATHER di Guillermo Roqués
Spagna 26’
Davanti a un pubblico di vittime in un teatro bosniaco, un sopravvissuto di Srebrenica e un ex soldato olandese della Dutchbat condividono il palco in una rappresentazione sul genocidio del 1995. È l’atto finale della loro catarsi personale, alla ricerca di responsabilità e perdono. È il culmine di un viaggio teso attraverso la Bosnia-Erzegovina, dove finzione, realtà e tempo si intrecciano. Molti di coloro che hanno perso familiari fissano il palco, aspettando che il sipario si apra.