Lungometraggi
Le opere in Concorso
MY FATHER’S LAND (Trinidad and Tobago, 2014, 62 min) di Miquel Galofre
Papà Jah, un umile giardiniere, ha vissuto nelle Bahamas per 40 anni. Ritorna a Haiti per vedere suo padre di 103 anni e ritrovare la terra che ha lasciato.
NO PASARAN – A story of men and women who fought against Fascism (Germania, 2015, 73 min) di Daniel Burkholz “Per cosa hai combattuto?” questa è la domanda che viene posta al 96enne austriaco Gerhard Hoffmann, ex membro delle Brigate Internazionali e della Resistenza francese, che ha combattuto contro il fascismo e che risponde con molto premura: “Come posso rispondere in poche parole?”. No pasaran cerca risposte in un viaggio attraverso l’Europa per incontrare gli ultimi testimoni viventi di questi eventi. Nel mirino di questo film documentario multinazionale sono i percorsi di vita dei destini di Vincent Almudever e suo fratello Giuseppe Almudever (che nel frattempo vive in Francia), Rosario Sanchez Mora (Spagna), Herman Scheerboom (Paesi Bassi), Giovanni Pesce e sua moglie Onorina Brambilla Pesce (Italia), Kurt Goldstein (Germania) e Gerhard Hoffmann (Austria). Quando decisero volontariamente di unirsi alla lotta, erano tutti adolescenti. Ma nessuno di loro si aspettava una odissea di 10 anni sui campi di battaglia d’Europa e attraverso i campi di concentramento o di sterminio fascisti fino al ritorno a casa. «Senza dubbio, questo film sarà catturare l’interesse di tutti quelli che amano la democrazia e la libertà” dice Vincent Almudever, combattente della Resistenza nella guerra civile
spagnola e della seconda guerra mondiale.
GENTE DEI BAGNI (ITA, 2014, 60 min) di Luigi Pepe
Un piccolo edificio di mattoni rossi si distingue con una grande luce al neon: Bagni (bagni). Questo è l’ultimo bagno pubblico nella città in cui tutti possono fare una doccia. E ‘un microcosmo di storie delle persone raccontate durante uno dei momenti più intimi della loro routine: l’igiene personale. E ‘un luogo di incontro per persone provenienti da ambienti sociali molto diversi che, però, hanno gli stessi bisogni. E ‘un luogo di conflitto, dove la povertà assume le caratteristiche di violenza e rabbia, a causa della vergogna e del razzismo. E ‘un luogo di integrazione, perché, dove la povertà si sofferma, la condivisione, l’altruismo sono i valori per una rinascita.
IL FUTURO È TROPPO GRANDE (ITA, 2014, 80 min) di Michele Citoni
Un doppio ritratto, e due auto-narrazioni vivide di Re e Zhanxing, due giovani di seconda generazione nell’ Italia di oggi, su studio e lavoro, la famiglia e l’amore, le aspettative e le paure. Re è nato in Italia in una famiglia filippina. Vive a Roma con i suoi genitori e la sorella, è impegnato, frequenta l’università, lavora, e un giorno spera di essere realizzato nel campo delle arti. Zhanxing è nato in Cina e, all’età di dieci ha raggiunto i suoi genitori che si erano trasferiti in Italia. Si è laureata, vive da sola, è alla ricerca di una definizione chiara di se stessa e cercherà di trovarla viaggiando verso le proprie origini. Sono giovani, e diventano adulti immaginando un futuro che coincida con i loro sogni. Le immagini amatoriali girate dai due protagonisti si intrecciano con quelle degli autori, fornendo allo spettatore una narrazione composita e originale.
UN GIORNO A WAMBA (ITA, 2014, 70 min) di Francesco Mansutti
Wamba è un villaggio perduto nell’immensa foresta pluviale africana nel NE della Repubblica Democratica del Congo. Euphrasie e Ignace, due adolescenti, vivono qui, ben oltre i confini della globalizzazione. Il film racconta un giorno nella loro vita, dall’alba al tramonto. Un tempo segnato da una “normalità” impossibile.
23 30 A CAPTIVE STORY (SPA, 2014, 70 min) di Sergio Garcia Locatelli
Le storie di Mourtada, Samuel e Peggy portano alla luce il mondo oscuro e inquietante dei centri di detenzione per gli immigrati clandestini che non hanno commesso un (grave) reato. Con un’analisi approfondita da parte di esperti con diversi background, strategie e prospettive, impariamo a conoscere il costo umano rilevante del sistema di trattamento dell’ immigrazione.
FISHERMEN’S CONVERSATION (UK, 2014, 68 min) di Bove Makiedo
Il film è una ricerca su un’isola del Mediterraneo, è l’ode di una giovane donna a suo nonno e un ritratto di un gruppo di uomini che lottano per conservare il loro sostentamento da pesca, in un panorama in rapida evoluzione. Prendendo il titolo dal poema epico di un grande poeta dell’isola, Petar Hektorovi, il film usa dialoghi minimi e la narrazione in un documentario in parte fly-on-the-wall che lamenta i saccheggi del turismo in Croazia e l’avidità che li provoca. Allo stesso tempo, il film celebra la conservazione di un modo di vita che aiuta a preservare l’identità dell’isola. Attraverso i viaggi con i pescatori che prendono il largo per vivere le loro esperienze, il film incoraggia lo spettatore ad accettare che non tutto è perduto se ci si può ancora permettere il tempo di fermarsi, una volta ogni tanto.