© Festival del Cinema dei Diritti umani di Napoli - mariadipietro

© Festival del Cinema dei Diritti umani di Napoli – mariadipietro

Esiste uno spazio per una Napoli che non sia solo cronaca nera o la caricatura stantia di città difficile? Forse si, anzi sicuramente si. Ma ammettiamolo, è difficile accorgersi di quello spazio se i colori preminenti del racconto mediatico che la riguardano, sono solo gradazioni di una notte che inghiotte qualsiasi luce. Eppure molti, con ostinazione silenziosa, prestano il loro impegno per un profilo di città non rassegnata, laboriosa, propensa a sperimentare in molti campi, orgogliosa delle sue unicità, accogliente, solidale, onesta e connessa col mondo.
Il volontariato di chi, da otto anni, anima il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli è parte di quei molti, che pur esistendo, talvolta, faticano anche a riconoscersi tra loro.
Come si è avuto modo di sottolineare in molte occasioni, il sogno dichiarato è che il nostro lavoro concorra a fare di Napoli una Capitale dei Diritti Umani. Per questa ottava edizione, dal 9 al 14 novembre prossimi, chi vorrà,potrà incontrare il Festival nelle Università Federico II, Orientale e Suor Orsola Benincasa, a Città della Scienza, al Pan, nel quartiere di Materdei presso l’ex OPG occupato, a San Giovanni a Teduccio presso il teatro NEST, al Carcere femminile di Pozzuoli, all’ex Asilo Filangieri, all’Istituto Nitti di Bagnoli o nel cuore di Napoli presso l’Accademia di Belle Arti che ospiterà le quattro serate di proiezioni del concorso cinematografico e un omaggio a figure di spicco del cinema d’impegno sociale come il regista argentino Jorge Denti, con il suo “La Huella del dr. Guevara” e la film- maker brasiliana Iara Lee. Chi vorrà potrà ascoltare ed interagire con testimoni italiani e di paesi lontani, come due tra le principali attiviste indiane dei diritti umani quali Ulka Mahjain e Roma Malik, oppure incontrare una protagonista della rivoluzione basagliana del calibro di Assunta Signorelli; affacciarsi sul mondo poco conosciuto dell’Autismo; riflettere sull’ultimo genocidio del novecento consumato a Sebrenica, in compagnia del portavoce di Amnesty International Riccardo Noury e dei redattori del preziosissimo Atlante dei Conflitti; ascoltare, dalla viva voce di cronisti come Sandro Ruotolo e Attilio Bolzoni dei pericoli cui anche nel nostro paese è esposto il diritto all’informazione. E poi ancora confrontarsi sul Diritto Migrante e su un Mediterraneo sospeso tra conflitti e interventi umanitari oppure conoscere dall’ex magistrato Livio Pepinole risultanze del processo su: “Diritti Fondamentali, Partecipazione delle Comunità Locali e Grandi Opere” istruito dal Tribunale Permanente dei Popoli, in Val di Susa.
Dal 9 al 14 Novembre 2015, noi del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, con le nostre piccole forze, proveremo ad aprire gratuitamente queste ed altre finestre al servizio di popoli e comunità che percorrono il faticoso cammino della democrazia.
È poco? È molto? È Utile? Inutile?
Lo lasciamo decidere ai molti di questa città, che pur esistendo, talvolta, faticano anche a riconoscersi tra loro.
P.S. L’immagine simbolo scelta per questa edizione è uno scatto che ritrae, nel luglio scorso, giovani volontari turchi confluiti nella città di Soruc per portare aiuti alla vicina città curda di Kobane sul confine siriano, prima che un attentato esplosivo mietesse tra loro 33 vittime e numerosi feriti.

L’articolo è stato pubblicato da Giovanni Carbone su www.cantolibre.it