Nuovo patto sociale europeo e fabbriche recuperate
Nuovo patto sociale europeo e fabbriche recuperate: la frontiera del diritto al lavoro.
Per tre giorni, a Napoli, una delegazione argentina di rappresentanti istituzionali e di docenti universitari, guidata dal prof. Francesco Vigliarolo, ha portato in Italia il racconto di un’esperienza tipicamente sudamericana, a cui il mondo guarda da anni con Interesse, quella delle “empresas recuperadas” argentine, un paradigma di successo da opporre alla crisi che sta sconvolgendo il mondo. Ospiti del Comune di Napoli, dell’Università Suor Orsola Benincasa e dell’Associazione “Cinema e Diritti”, i proff. Robba, Vigliarolo e Mazzei dell’Univ. Di San Martin e l’assessora Ana Geneiro della Municipalità di Almirante Brown (Buenos Aires) hanno offerto contributi appassionati e riflessioni profonde sulla grave situazione finanziaria che produsse, nel 2001, il default argentino che portò al “cacerolazo”. Fu una protesta di piazza che vide la gente opporsi, battendo disperatamente su pentole e tegami, alla crudeltà delle ricette del Fondo Monetario, segnando in modo originale la rivolta del popolo argentino ridotto in povertà.
A undici anni da quei giorni, gli argentini vengono a spiegarci come sono usciti dal tunnel e con quali idee il loro Paese, e l’intero continente sudamericano, sta cercando di guadagnare l’autonomia politica, economica ed energetica dai grandi circuiti del potere. E’ una storia di lotta, non un favola a lieto fine, è il racconto di un popolo che alza finalmente la testa dopo decenni di dittatura, più o meno dichiarata, degli USA e dell’Europa, ma non ha certezze del proprio domani. E’ una storia di conquista di Diritti Umani che a noi piace particolarmente perché, come ha sottolineato il ministro Carlos Cherniak dell’ambasciata argentina in Italia, “la democrazia non si perde in un giorno” e nessuno può dirsi vaccinato contro i rischi di una dittatura, quindi sarà bene fare tesoro delle esperienze di un popolo amico e riflettere sui limiti delle democrazie occidentali, per evitare pericolose derive autoritarie e inutili sofferenze collettive.
La discussione e il confronto dei tre giorni di convegno hanno prodotto, nei partecipanti italiani, una nuova coscienza della fase storica che stiamo attraversando e, a testimonianza di questo incontro, il prof. Vigliarolo ha lanciato, in chiusura del convegno, l’invito a sostenere una proposta di legge che possa dare anche all’Italia la possibilità di far rilevare le imprese fallite dai suoi lavoratori e costruire un esempio virtuoso di produzione non più legato esclusivamente al plusvalore, ma soprattutto alla necessità di rispondere ai bisogni minimi delle fasce sociali più esposte agli effetti della recessione. Una ricetta di lavoro e solidarietà di cui una società sfiduciata sente il bisogno.
Un nuovo patto sociale, ispirato alle tradizioni europee è stato invocato da tutti, ma l’Europa non è più la stessa del Novecento. Riusciremo a salvare la nostra cultura e il nostro welfare in un momento così difficile, senza farci travolgere dagli indicatori monetari e dai parametri della speculazione? Il convegno ci consegna un percorso, una traccia di lavoro chiara su cui potremo scoprire l’esperienza di un Paese lontano che ha salvato decine di migliaia di posti di lavoro puntando su semplici insegnamenti venuti dalla gente, ma che, soprattutto, ha saputo dimostrare che dalla crisi si può uscire senza dimenticare e tradire la propria cultura. C’è da augurarsi che la lezione di queste giornate napoletane non resti solo nelle parole del convegno, ma ci dia il coraggio di cui il nostro futuro ha bisogno.
Cinema e Diritti