Il 25 novembre si è conclusa la XV edizione Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli dal titolo “DirittiMinori – I bambini alla guerra”.
Durante la serata conclusiva sono stati proclamati i film vincitori delle diverse sezioni di concorso.

Premio AMBASCIATA SVIZZERA PER LA PACE

A cura della giuria Ambasciata Svizzera in Italia

Vincitore: STAI FERMO LÌ di Clementina Speranza (Italia)

Menzione speciale Platea Diffusa

A cura della giuria Platea Diffusa.

Vincitore: SPLIT ENDS Alireza Kazemipour (Iran)
Motivazione: Per il suo coraggio nel denunciare apertamente una realtà inaccettabile.
Per la conclusione ironica, leggera e un po’ beffarda legata al paradosso di un uomo, con capelli lunghi senza velo e una donna calva (non per scelta) che deve indossare il velo, che insieme adottando una “piccola” protesta che esprime una resistenza persistente per non cedere.
Perché il regista ha usato una leggerezza fuori dal comune, un’ironia pungente che passa perfettamente il messaggio e immagini impattanti che rimangono nella memoria di chi guarda questo film.

Premio Human Rights Youth

A cura della giuria Youth.

Vincitore: AMERICAN DREAM di Renee Shi (USA)
Motivazione: Per l’efficacia nella comunicazione, senza parole, di un tema così delicato come quello del facile uso delle armi e le sue conseguenze. Per la scelta appropriata della musica intensa e incalzante che accompagna lo scorrere delle immagini.

Premio “FICC”

A cura della giuria FICC

Vincitore: ADJUSTMENT di Mehrdad Hasani (Iran)
Motivazione: Per il valore universale del racconto di una storia di emarginazione di un bambino effeminato, che si scontra con i pregiudizi dei compagni di scuola e del proprio padre in un paesino iraniano, metafora di una qualsiasi altra realtà sociale nel mondo;
per la tenacia dimostrata del piccolo protagonista nel voler difendere le proprie naturali tendenze sessuali e nel volerle manifestare con ingenuità senza paura davanti alla comunità che lo circonda;
per avere con delicatezza e in modo efficace rappresentato cinematogaficamente,  nell’estetica e nell’espressività del linguaggio, una storia sofferta, che nel suo divenire e nel suo sorprendente epilogo lancia un ottimistico segno di speranza per una società più giusta, comprensiva e tollerante.

Vincitore: HOLDING UP THE SKY di Pieter Van Eecke (Belgio)
Motivazione: Per il valore del racconto di una pacifica lotta per la sopravvivenza di una comunità indigena di bambini, donne e uomini, a difesa della propria esistenza in una realtà tutta interna alla più profonda foresta amazzonica in Brasile;
per avere rilanciato cinematograficamente, in modo semplice ma potente,  una storia di uomini coraggiosi emarginati contro le più potenti logiche predatorie di un sistema politico finanziario che crudelmente portava avanti i propri criminali interessi;
per la capacità descrittiva di un racconto cinematografico che spazia dall’America all’Europa, immortalando la tenacia e l’ottimismo di una volontà a far rispettare dal diritto internazionale la vita e la storia di una comunità indigena in America del Sud;
per la forza di un documentario di straordinaria estetica cinematografica, riusciendo a trasfondere i valori e le ragioni contro le azioni di deforestazione selvaggia e lo sfruttamento violento del territorio yanomani in Amazzonia.

Menzione speciale Arrigoni-Mehr Khamis

A cura dei selezionatori interni del Festival.

Vincitore: THE DECREE di Nejla Demirci (Turchia)
Motivazione: Per aver raccontato con una narrazione pulita e rigorosa il coraggio e la tenacia di due lavoratori pubblici, ingiustamente licenziati a seguito della stretta repressiva di Erdogan dopo il tentativo di colpo di Stato. Attraverso le vicende dei due, Nejla Demirci restituisce allo spettatore la situazione di estrema repressione in cui vivono i cittadini turchi che non si adeguano alla linea dettata dal potere. Difficoltà che la stessa regista ha vissuto e vive in prima persona nella realizzazione e distribuzione del film.

Premio “Mario Paciolla”

A cura della giuria Un ponte per.

Vincitore: THE ILLUSION OF ABUNDANCE di Erika Gonzalez Ramirez, Matthieu Lietaert (Belgio)

Premio Human Rights Short

A cura della Giuria Esperti (Julio Santucho, Gilberto Mastromatteo, Francesco Cibati).

Menzione speciale: BLACK RAIN IN MY EYES di Amir Athar Soheili, Amir Masoud Soheili (Siria)
Motivazione:  Per aver voluto offrire una luce allo sguardo dei ragazzi non vedenti di Siria, descrivendo, mediante loro, i traumi, i postumi e le speranze di un conflitto drammatico.
Amir Athar e Amir Masoud Soheili si ispirano al grande poeta siriano Nizar Qabbani nel raccontare il coraggio di un padre che cerca di preservare le sue figlie non vedenti dalle atrocità della guerra. Un lavoro intenso e poetico, che si serve dell’animazione per provare ad immaginare un futuro a colori, nel buio del conflitto.

Menzione speciale: SPLIT ENDS Alireza Kazemipour (Iran)
Motivazione: Nella vita quotidiana sotto il regime di Teheran che de-moralizza la popolazione attraverso un’apposita polizia, le eccezioni non possono essere comprese, men che meno tollerate. Resistere è possibile, per questo abbiamo scelto di premiare con una menzione Split ends di Alireza Kazemipour.
I capelli, parte fondamentale dell’identità diventano il simbolo della deumanizzazione che il regime mette in atto. I due protagonisti complementari generano pura empatia, per la loro innocenza unita alla consapevolezza, per la capacità di ironizzare – anche se in modo amaro – sulle condizioni discriminatorie in Iran.
Kazemipour racconta come nella vita di tutti i giorni, nei problemi legati al sequestro di un’autombile, si ritrovi l’unica possibilità contro un’autorità tiranna: la ribellione. La disobbedienza mossa dalla rabbia, ma che porta in sé la gioia della liberazione.

Vincitore: DONDE LOS NIÑOS NO SUEÑAN di Stefano Sbrulli (Italia, 20’)
Motivazione: A Cerro di Pasco, cittá mineraria nelle Ande Peruviane, estraggono ogni giorno tonnellate di zinco, piombo e altri metalli pesanti. Le rocce di scarto generate dall’industria estrattiva sono riversate nell’ambiente rendendo la cittá una delle piú inquinate al mondo. Nove su dieci bambini hanno il piombo nel sangue. A causa delle deformazioni e delle difficoltà respiratorie i bambini non possono dormire né sognare. Lionel aveva arsenico e piombo nel sangue, le difese erano basse. Ha avuto delle infezioni cosi forti che non sono riusciti a salvarlo. Al cimitero il padre confessa: mi hai insegnato molte più cose te in questi sei anni di quanto abbia mai imparato nel resto della mia vita. Le immagini commoventi sono un richiamo affinché gli abitanti di Pasco vengano riconosciuti come vittime di un crimine contro l’umanità.

Premio Human Rights Doc

A cura della Giuria Esperti (Julio Santucho, Gilberto Mastromatteo, Francesco Cibati).

Menzione speciale: NOTES ON DISPLACEMENT di Khaled Jarrar (Palestina)
Motivazione: Una piccola camera compatta, più spesso il telefonino, riprendono senza pietà né fronzoli ciò che accade, contribuendo con l’instabilità e la caoticità delle inquadrature a restituire le sensazioni di precarietà e abbandono che vivono i protagonisti. Nadira ha dovuto lasciare la Palestina, nel 1948. Dopo quasi settant’anni si ritrova anziana, profuga e ancora apolide sulla strada infernale diretta verso una Europa che, probabilmente, nemmeno vuole accoglierla.
Nell’universalità della rotta balcanica trovano spazio i drammi di una moltitudine di popoli oltre a quello Palestinese. Nella violenza imposta dalle politiche di un occidente sempre più spietato annegano le pretese di civiltà. Khaled Jarrar non risparmia e non si risparmia, mostra il coraggio necessario a restituire con autenticità una storia, mettendo davanti il proprio corpo, intraprendendo anch’egli il viaggio.
Notes on displacement deve essere visto, oggi più che mai: nell’ultimo mese più di undicimila persone sono state uccise nella Striscia di Gaza. Centinaia di migliaia gli sfollati, come Nadira e la sua famiglia. Perché l’umanità si ostina a non voler imparare dalla Storia, perché le persone migranti ci annunciano un futuro vicino che riguarda tutti, vogliamo dare una menzione speciale a questo film.

Menzione speciale: KENYA di Gisela Delgadillo (Messico)
Motivazione: Per aver saputo raccontare, con talento e umanità, il dramma quotidiano delle lavoratrici del sesso trans-gender in un contesto difficile come quello di Città del Messico.
L’opera prima di Gisela Delgadillo colpisce e convince per padronanza narrativa, intensità e determinazione. Un lavoro durato anni, che narra la battaglia tenace e discreta della protagonista Kenya per salvaguardare la dignità della sua amica Paola, anche dopo la sua morte, di fronte alla società e alla sua stessa famiglia. Un film che getta luce su una mattanza dimenticata e su una tematica universale.

VincitoreSARURA di Nicola Zambelli (Italia)
Motivazione: Il Film racconta la resistenza da più di vent’anni degli abitanti del villaggio palestinese di At-Tuwani in Cisgiordania contro i tentativi di sgombero e di evacuazione da parte dell’autorità politica e militare israeliane. La produzione è riuscita a mettere insieme due episodi della resistenza, prima nel 2009 convocati da volontari internazionali e poi, dieci anni dopo, con il collettivo Young of Sumud (Giovani della Perseveranza) e questa volta si sono ritrovati con alcuni dei bambini di allora diventati i nuovi testimoni degli eventi del loro villaggio. E qui c’è già tutto un simbolo della resistenza pacifica del popolo palestinese che si rinnova costantemente.