Dopo che la Corte Penale Internazionale dell’Aja ha condannato Putin come mandante della deportazione di bambini Ucraini in Russia, il mondo ha preso coscienza di un grave crimine nascosto sotto il fumo delle esplosioni della guerra Russo-Ucraina. Il fenomeno è affiorato nelle cronache del conflitto all’inizio del 2023 ed ha trovato conferma dopo che la controffensiva ucraina è riuscita a liberare alcuni territori dove i piccoli, forzatamente separati dalle famiglie, avrebbero dovuto trovarsi ed invece risultavano assenti. Il fenomeno, dopo le prime indagini, ha preso maggiore consistenza e sembra che i minori interessati al trasferimento forzato in Russia siano almeno 20.000. L’ipotesi finale formulata da studiosi ed esperti è che si tratti di un vero e proprio genocidio culturale, ovvero l’annientamento del nemico attraverso la distruzione della sua cultura anche nei giovani e minori che costituiscono il futuro dell’identità di un popolo.

Il XV Festival, nell’ambito dei crimini e delle violazioni dei diritti dei minori esaminate, ha creduto opportuno poter discutere di questo grave attentato di carattere razziale che si ritrova nella storia di molti conflitti moderni (ad esempio quello balcanico) e che rivela la profondità dell’odio verso il popolo considerato nemico, quindi un vero boccone avvelenato della guerra.

Inizialmente presi a seguito di operazioni militari nei territori occupati, i bambini ucraini separati dai familiari sono stati portati in Russia in campi di rieducazione dove sono destinati ad assorbire la cultura russa e dimenticare le loro origini. Anche ammesso che il trasferimento sia avvenuto per motivi di sicurezza dei minori nel corso di operazioni militari, resta il problema dell’assenza di tentativi di contattare i loro genitori per riportarli nelle famiglie originarie e la resistenza offerta dagli istituti russi dopo che la presenza di questi bambini era stata accertata e i familiari ne richiedevano la restituzione.

A spiegare il fenomeno, nella serata del 16 novembre, saranno la giornalista Raffaella Cosentino, inviata di RaiNews in Ucraina e Olha Yerokhina, attivista ucraina della Ong Save Ukraine, con il contributo della Co-Presidente della ong italiana Un Ponte per, Angelica Romano, avvalendosi di filmati e servizi giornalistici che la stessa Cosentino ha prodotto durante i mesi trascorsi in Ucraina, nei pressi di Kiev.

L’incontro sarà segnato da alcune letture molto emozionanti, donate al Festival dall’attrice Isabell Russinova, direttrice del festival TEHR (Thematic Exibition on Human Rights)

La serata dedicata ai bambini ucraini sarà quella di giovedi 16 novembre e si svolgerà a partire dalle ore 18.00 nello Spazio Comunale Piazza Forcella, in via della Vicaria vecchia 23, Napoli. Partecipano Raffaella Cosentino (RaiNews 24), Olha Yerokhina (Save Ukraine), Angelica Romano (Un Ponte per). Letture di Isabel Russinova.