ONU: Pace (im)possibile? – Le idee del Festival 2022 in un nuovo volume

Le riflessioni e i dubbi che hanno animato il XIV Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli 2022 sono finalmente raccolti in un piccolo volume edito da Cultura e Dintorni, la casa romana che del Cinema ha fatto uno dei suoi principali riferimenti. Il libro contiene alcune testimonianze dei principali protagonisti della XIV edizione chiamati a rispondere al quesito che è stato la guida della manifestazione: l’ONU può ancora garantire la sua missione di Pace mondiale?

Partendo dalla rievocazione di due giovani vite stroncate, due uomini di Pace che, pur con differenti compiti professionali, si sono messi al servizio della comunità per alleviare le sofferenze di popoli in eterno conflitto, il volume  prova ad avanzare una nuova via per la riforma dell’ONU, a partire da una prassi minima per stimolare il coinvolgimento dell’Organizzazione in una delle più spinose vicende dei giorni nostri: le migrazioni.

Il riferimento agli agenti di Pace è alla vicende umane e professionali di Luca Attanasio, ambasciatore italiano in Congo, vittima di un’aggressione di gruppi ribelli alla carovana dell’ONU che procedeva verso l’est del Paese e di Mario Paciolla, cooperante in forza alla missione ONU in Colombia, trovato morto nel suo appartamento di San Vicente del Caguan, un caso su cui la Procura di Roma sta indagando dopo avere rigettato la richiesta di archiviazione.

A presentare il libro durante l’anteprima del XV Festival del Cinema dei Diritti Umani 2023 saranno Maurizio del Bufalo (coordinatore del Festival), Luigi Ferrajoli (giurista e docente emerito dell’Univ. Roma Tre), Roberto Savio (direttore relazioni internazionali European Center for Peace and Development), Domenico Rizzuti (Forum Italo Tunisino) e Abdelfetah Mohamed (presidente di SOS Mediterranee Italia): Ad introdurre il dibattito ci sarà il prof. Roberto Tottoli (rettore dell’Univ. Orientale) ed è atteso un messaggio della giurista Micol Savia.

Fondamentale sarà il contributo, molto atteso, del prof. Ferrajoli in merito al suo progetto di “Costituzione della Terra” che si pone in sinergia col ruolo dell’ONU e che potrebbe superare l’empasse generato dai veti del Consiglio di Sicurezza e dalla crisi di credibilità dell’ONU.

Tornando al libro e agli scopi della XIV edizione, attraverso l’esame delle condizioni in cui è avvenuta la fine dei due giovani agenti di Pace, il Festival ha posto sotto esame le condizioni di sicurezza che proteggono i cooperanti, i diplomatici che operano in zone di conflitto e altre figure di volontari che intervengono in prima linea, mettendo a repentaglio la propria integrità fisica e, a volte, la propria vita.  Ma l’indagine è andata oltre, provando a delineare le responsabilità dell’ONU in alcune questioni irrisolte come la crisi Israelo-palestinese o la dolorosa vicenda delle migrazioni disperate che trovano spesso esiti letali nel mar Mediterraneo o sulla frontiera balcanica.

Il quadro di gravi responsabilità che è emerso denuncia da un lato la debolezza che oggi affligge l’ONU, il rischio di infiltrazioni e strumentalizzazioni politiche e lobbystiche che attenta alla sua missione di Pace globale, ma anche l’insostituibile ruolo che essa svolge e che deve assolutamente essere rinforzato e rilanciato proprio nel momento in cui più numerosi e più aggressivi si presentano gli incidenti tra Stati e le guerre in ogni angolo del Pianeta.

Fondamentale, in questo senso, è stata la testimonianza della rapporteur dell’ONU per i territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, che ha mostrato con il suo esempio di analisi e denuncia, coraggiosa e imparziale, come gli esperti “esterni” all’ONU possano offrire un punto di vista più neutrale e distante dagli interessi politici dei Governi e delle grandi lobby finanziarie che condizionano la stabilità del mondo.  Ulteriori punti di vista sono stati quelli del vescovo di Napoli, mons. Mimmo Battaglia e dell’europarlamentare on. Rosa D’Amato che hanno evidenziato quanto sia alto il rischio di coloro che si occupano di Pace e si mettono al servizio della solidarietà umana. Impressionante il dossier presentato dall’on. D’Amato che ha denunciato la repressione e persecuzione, in Europa, di centinaia di attivisti a cui viene imputato il “reato di umanità”, camuffandolo con la responsabilità di favorire l’immigrazione clandestina, un racconto che ha evocato il caso emblematico del sindaco di Riace, Mimmo Lucano, a cui il nostro Festival ha offerto solidarietà da sempre.

Infine il Festival ha voluto indicare una strategia concreta di come la società civile può contribuire all’ideale di una ONU dei popoli e non più solo dei Governi, lanciando una petizione rivolta a 4 dei massimi dirigenti dell’Organizzazione in merito alla richiesta di eliminare la zona SAR libica, che è fonte continua di gravi abusi sui Diritti Umani nei confronti dei migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo per giungere in Europa, e concedere quindi alle navi umanitarie, che effettuano i salvataggi dei naufraghi, la bandiera azzurra dell’ONU, a tutela dei loro equipaggi e del lavoro che svolgono.

E’ ora che l’ONU prenda posizione in una delle più gravi dispute che vede gli Stati Europei chiudere le proprie frontiere contro la disperazione di chi fugge da guerre e miseria. Ed è significativo che questa proposta parta da una manifestazione culturale che è espressione della società civile, esprimendo un nuovo modo di intendere l’impegno per la riforma dell’ONU

La prima presentazione del libro “ONU: Pace (im)possibile?” avverrà a Napoli, il 14 novembre 2023, durante l’anteprima della XV edizione del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli dal titolo “Diritto alla vita, diritto di emigrare” che si terrà presso l’aula T1 del Palazzo del Mediterraneo sede dell’Univ. Orientale, alle ore 16.30.