La XIV edizione del Festival parlerà di un grande progetto incompiuto

ONU: La  pace (im)possibile?” è il titolo della XIV edizione del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli che sarà celebrata dal 16 al 26 novembre 2022.

L’edizione 2022 del Festival è dedicata alla memoria di Luca Attanasio, Ambasciatore Italiano in Congo ucciso a Goma (RDC) il 22 febbraio 2021 con il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo, mentre partecipava ad una missione del Programma Alimentare delle Nazioni Unite.

Il titolo scelto dagli autori del Festival indica chiaramente l’obiettivo ambizioso di questa edizione che giunge, dopo due anni di crisi pandemica internazionale, a 25 anni dal conflitto dei Balcani, mentre il fuoco della guerra arde in Ucraina, alle porte d’Europa.

Un vento di speranza gonfia le vele di questa edizione che si annuncia straordinariamente complessa, sia per l’analisi sottesa che per la carica di utopia intrinseca ad ogni discorso che sfiori il tema della Pace e della convivenza della società umana. A dispetto degli impegni internazionali sanciti nel dopoguerra mondiale, Il mondo è frammentato più che mai e le istituzioni globali hanno mostrato la loro debolezza, lasciando spazio a rigurgiti di nazionalismi e intolleranze.

La crisi ucraina e la risposta imbarazzata che il mondo occidentale ha dato alla sfida del leader russo Vladimir Putin ha rimesso al centro dell’attenzione il Sistema delle Nazioni Unite, luogo ideale della politica planetaria e di ricomposizione delle lesioni degli equilibri più fragili, ideato all’indomani dell’ultimo conflitto mondiale per superare le distanze e le differenze tra le regioni di un mondo che sembrava immenso e a tratti ignoto e che oggi è diventato quanto mai piccolo e fragile a confronto delle smanie di dominio dei moderni dittatori.

Cambiano i tempi, cambiano le missioni e gli obiettivi della politica e cambiano anche le forme e le regole della convivenza; la morale dei nostri comportamenti deve adeguarsi al nuovo modo di vivere insieme, per trovare equilibri più avanzati. Una riforma dell’ONU si annuncia improrogabile e restare indifferenti davanti a questa necessità vuol dire spingere l’Umanità alla deriva, condannando questa istituzione a soccombere davanti alle nuove istanze che si manifestano ad ogni impennata della Storia.

Oltre la globalizzazione e i suoi obiettivi economici e sociali, c’è ancora un valore alto da difendere: la Pace. Chiedere quindi la riforma dell’ONU e lavorare per la tutela dell’ONU vuol dire essere partigiani della Pace e della speranza mai sopita che la Guerra finisca per sempre e il mondo diventi una grande città in cui tutti operiamo per il benessere comune.

Il Festival del 2022 rende omaggio a questa intuizione dei nostri padri, al loro coraggio di aver saputo guardare, in un momento così tragico della storia moderna, alla ripresa della vita, alle nuove strade che spesso i nostri occhi non riescono a scorgere oltre l’orizzonte. Oggi viviamo una di queste fasi imperscrutabili della vicenda umana e dobbiamo uscirne, ad ogni costo, facendo leva sulla lezione che il Novecento ci ha lasciato.

Con questo spirito rinnovato, ragioneremo insieme su ciò che l’ONU è stato e dove ha colpevolmente smesso di far sentire la sua voce, per capire quali errori non vanno più commessi e come possiamo tornare a sperare nella Pace, fidando nel rilancio di un’istituzione che appartiene a tutti, ma che non tutti conoscono a sufficienza.

Convinti che questo non sia un progetto per anime belle, ma un impegno ineludibile davanti alla minaccia nucleare, ci avviciniamo alle giornate del XIV Festival con determinazione, parlando il linguaggio immediato del nostro Cinema, fiduciosi che un progetto che interessa tutti deve essere innanzitutto conosciuto e compreso da ogni essere umano, soprattutto dai giovani, per generare consapevolezza e passione ed un agire che ripudi la follia del conflitto e trovi le nuove forme possibili di armonia tra il pianeta e i suoi abitanti.

L’auspicio è che questo momento di riflessione possa dare slancio ad un impegno in cui non solo gli Stati, ma tutte le società civili, che in questi anni hanno preteso un nuovo protagonismo, possano contribuire a che l’Umanità ritrovi la propria ragion d’essere.

E Napoli, Capitale dei Diritti Umani, ospiterà questi momenti di confronto e di speranza, con la consueta generosità.

Vi aspettiamo a Napoli, per coltivare ed inverare un progetto che ci appartiene e che abbiamo troppo presto messo da parte.