Le radici del nostro Festival tornano alla luce in questa serata straordinaria di memoria e di vite ritrovate.

La sera di Venerdì 24 novembre, il XV Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli vivrà un momento magico e irripetibile invitando nello Spazio Comunale Piazza Forcella uno dei fondatori della manifestazione, l’argentino Julio Santucho, che, insieme con Enrico Calamai, già viceconsole dell’Ambasciata italiana a Buenos Aires nel lontano 1976, ripercorrerà gli anni della dittatura e della lotta di resistenza nel suo Paese e il suo lungo esilio italiano, per spiegarci la missione che le Nonne (Abuelas) della Plaza di Mayo hanno assolto in questi ultimi 40 anni, alla ricerca dei figli delle loro figlie, uccise dalla dittatura.

In questo senso, ha qualcosa di miracoloso ciò che è accaduto a Julio Santucho che, prima di partire per il suo esilio italiano, lasciò a Buenos Aires sua moglie Cristina, che aspettava il loro terzo figlio.
Cristina fu arrestata da una delle pattuglie armate di agenti segreti che eliminarono oltre trentamila giovani oppositori del regime o semplici parenti degli oppositori, e fu tradotta in un carcere denominato Pozzo di Banfield. Qui Cristina, dopo mesi di prigionia con altre compagne parenti di partigiani, partorì un bambino che le fu strappato e consegnato ad una coppia di funzionari dello Stato, amici del regime militare. Lei fu poi eliminata, probabilmente con uno dei tanti “voli della morte”. Il tentativo di cancellare la memoria della resistenza argentina sembrava riuscito.

Ma la storia degli ultimi 40 anni ci ha mostrato che la resistenza delle donne argentine, le Madres, disarmate, che sfidavano ogni giovedì le truppe dell’esercito argentino, sfilando silenziosamente a Plaza de Mayo e chiedendo i corpi dei loro figli “desaparecidos”, ha saputo piegare quella dittatura senza usare né armi né minacce di morte. E dopo di loro, le Nonne (Abuelas) hanno fatto ancora di più, ritrovando i figli rubati e nascosti di quelle donne, loro figlie, morte senza colpa alcuna.

E qui irrompe la storia personale di Julio con il ritrovamento, dopo ben 47 anni, di suo figlio Daniel, strappato alla madre subito dopo il parto, che ha trascorso gli ultimi anni a cercare le sue origini. Commovente e grandiosa è stata la conferenza nella quale, a luglio scorso, a Buenos Aires, Daniel è stato presentato al pubblico alla presenza della presidente delle Abuelas, Estela de Carlotto, di suo padre Julio e dei suoi fratelli. Lo straordinario sistema di controllo del DNA dei presunti “Nietos” (nipoti), messo in piedi dalle Abuelas, ha dato i suoi frutti. Daniel è il 133simo nipote ritrovato.

Julio Santucho ripercorrerà questa straordinaria vicenda per il pubblico del XV Festival, accompagnato da Enrico Calamai che è noto come il salvatore di quasi trecento cittadini italiani, ritenuti pericolosi dal regime militare argentino degli anni 70, tutta gente salvata nonostante le disposizioni del Governo italiano che impediva di dare asilo politico agli italiani, nella loro Ambasciata. Un disobbediente che non ha esitato ad esporsi al rischio della vita per salvare gente inerme e innocente, a cui oggi il popolo italiano deve uno straordinario ringraziamento per l’umanità coraggiosa di cui è stato portatore.

Venerdì 24 novembre, a Piazza Forcella a partire dalle 18.00, il pubblico del Festival riceverà Julio Santiucho ed Enrico Calamai, per celebrare la serata clou del XV Festival dedicata ai nipoti argentini ritrovati. In apertura verrà proiettato il trailer della Campagna internazionale per il diritto all’identità e a fine serata il film “Se busca” di Mariano Pozzi. In chiusura di serata, esibizione di Tango della Milonga Portena di Stefi Donisi.