XIV Festival – Il ritorno del Festival all’Università Orientale
Sarà il ricordo del giovane Mario Paciolla, studente dell’antico ateneo napoletano scomparso in Colombia due anni fa mentre era al servizio delle Nazioni Unite, ad introdurre il ritorno del Festival in uno degli Atenei più antichi e importanti del mondo accademico napoletano. Anna Motta, madre di Mario, accompagnata dalla docente Fabiana Sciarelli, incontrerà gli studenti a Palazzo Giusso giovedì 24 novembre dalle ore 10.30 alle ore 12.30, per ricordare uno studente esemplare dell’Orientale che si è fatto valere in molti scenari internazionali e anche come giornalista e intellettuale raffinato.
Mario era un cooperante di grandi competenze, incaricato dall’ONU di una missione molto speciale, quella di ripristinare la convivenza post conflitto tra i militanti delle Farc (le forze armate rivoluzionarie colombiane) e il Governo centrale. Nell’adempimento della sua missione di Pace, Mario ha perso la vita in circostanze poco chiare su cui i tribunali colombiani, le Nazioni Unite e la procura di Roma non sono stati in grado di fare piena luce. Ebbene il caso di Mario Paciolla consente ai suoi familiari di presentare questo tragico avvenimento nella giusta luce per informare i giovani dell’importanza della professione del cooperante e della necessità di tutela che ogni operatore di pace deve avere nell’esercizio delle sue delicate funzioni.
Il confronto continuerà poi con la relazione “Il ruolo della cooperazione nella gestione dei territori deboli” curata dal dott. Luciano Carrino, presidente della KIP International School, che illustrerà alcuni casi di studio legati alla sua lunga carriera professionale di dirigente della Cooperazione Italiana, che potranno essere istruttivi per i giovani universitari presenti.
Non è la prima volta che il Festival affronta il tema della formazione dei cooperanti e della notevole portata professionale di questo iter; e sarà molto istruttivo riflettere con gli studenti dell’Orientale, antico istituto di formazione dei cooperanti napoletani, sulle grandi opportunità che offre il lavoro di cooperazione oggi, nel mondo globale, con decine di conflitti che attraversano le società multietniche e multiculturali. Nella speranza che i dirigenti degli atenei italiani possano riproporre i percorsi formativi abbandonati ingiustamente venti anni fa per offrire ai giovani una professione di rara competenza e universalità, al passo coi tempi.