Nelle immagini di Elena Rubashevska un Donbass che non tornerà
I Giovedì del Cinema dei Diritti Umani di Salerno quest’anno ci riservano più di una sorpresa e forse la più straordinaria è la testimonianza della direttrice del Festival etnografico OKO di Odessa, Ucraina, ora rifugiata a Varsavia.
Elena Rubashevska, giovanissima coordinatrice del Festival OKO e regista, studia da anni la regione orientale dell’Ucraina che è sede del conflitto con la Federazione Russa che si protrae da oltre otto anni con gravissime perdite umane e la distruzione di città e opifici, campagne e paesaggi naturali. Elena sarà con noi dal 18 al 20 maggio pp.vv. per parlarci del suo Paese e incontrare le comunità ucraine di Salerno e Napoli, tra le più numerose di tutta Italia.
Elena è nativa di Bucha, una delle città martiri di questa guerra assurda ed è portatrice di un messaggio di tolleranza e di pacifica convivenza multiculturale che il conflitto sta letteralmente demolendo. Eppure OKO continua a diffondere nel mondo i suoi film e i suoi segni di speranza di pace e questo è il motivo per cui abbiamo immaginato che la narrazione prodotta dai documentari che Elena ci ha proposto, sia diversa da quella del mainstream mediatico europeo e quindi degna di attenzione.
In particolare a Salerno (la sera di giovedi 19 maggio alle 16.30 all’Archivio di Stato di piazza Abate Conforti) Elena Rubashevska introdurrà la proiezione di “Diorama” che racconta in pochi minuti le storie nostalgiche del Mar d’Azov e di una Mariupol sede di bagnanti estivi e di memorie infantili, un piccolo paradiso perduto, sospesa oggi tra le bombe galleggianti e il silenzio delle sue pinete marine. E poi “Terra di finestre vuote”, un’amara ricostruzione della Mariupol operaia e dell’acciaieria Azovstal, speranza di rinascita del Donbass dopo gli orrori della seconda guerra mondiale ed oggi vetrina delle macerie di una guerra assurda. Entrambi i cortometraggi sono di Zoya Laktionova, regista ucraina, e risalgono ad alcuni anni fa, prima dell’invasione russa.
La sera successiva, 20 maggio alle ore 17.30, presso i locali della Fondazione Premio Napoli nel Palazzo Reale di Piazza Plebiscito, in compagnia di Sergio d’Angelo della Gesco e di Gaetano Manfredi presidente della Fondazione Premio Napoli, Elena sarà di nuovo di scena per introdurre il film “Il Diario italiano di Olga”, un’opera di Olena Fedyuk che propone la storia vera di una badante ucraina che da venti anni vive a Napoli e ne è innamorata. Alla serata saranno presenti rappresentanti della comunità ucraina di Napoli, una delle più numerose d’Italia e sarà l’occasione per approfondire i legami delle nostre comunità con i nuclei di ospiti e la qualità delle nostre politiche di immigrazione, ma anche il valore della Pace messa a repentaglio dai nuovi equilibri globali.
Elena Rubashevska è regista e studiosa degli usi e dei costumi del suo popolo, in particolare delle comunità del tanto conteso Donbass e potrà offrirci immagini e considerazioni su una regione dell’est europeo che è improvvisamente giunta alla ribalta delle cronache, ma che è ormai a rischio di estinzione. Il suo nuovo documentario (in via di realizzazione) cercherà di far conoscere al mondo una regione di rara bellezza che potrebbe scomparire per sempre dal paesaggio del pianeta per effetto dei bombardamenti massicci a cui è sottoposta da mesi.
Il suo è un messaggio di pace insolito ed originale che dovremo saper cogliere tra il rumore della guerra e l’indifferenza del mondo. Un cinema di pace, difficile e coraggioso, che Gino Strada apprezzerebbe molto.