RIACE, rima di pace
Il 7 ottobre 2018, noi del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli abbiamo vissuto una giornata epica, partecipando alla 23sima Marcia della Pace Perugia-Assisi per ribadire la nostra volontà di essere uniti con tutti gli italiani che credono nelle scelte di tolleranza verso chi chiede di essere accolto nel nostro Paese e per ribadire il diritto dei giovani ad avere un lavoro ed un futuro, come è stato per la nostra generazione.
Due giorni prima, nell’affollato Teatro di Piazza Forcella, avevamo ospitato l’Associazione Studi Giuridici per l’Immigrazione (ASGI) per lanciare l’iniziativa e fare il punto sulla vicenda paradossale che ha investito il sindaco di Riace, Domenico Lucano. Siamo partiti da Napoli animati dallo spirito di fratellanza ed uguaglianza in nome del quale abbiamo voluto costruire il nostro Festival, tredici anni fa, offrendo ascolto e accoglienza a tutti i movimenti di resistenza del mondo che si battono per la democrazia e la libertà di pensiero, di movimento ed azione, scegliendo il Cinema come linguaggio universale, e abbiamo deciso di portare ad Assisi uno striscione col quale presentarci agli oltre centomila presenti con su scritto, senza esitazioni, “Noi siamo con Riace e con Mimmo Lucano”, accompagnato dal simbolo del nostro Festival.
Al di là della fatica e dello sforzo compiuto da Massimo, Milena, Salvatore, Valentina, Vittorio, Maurizio ed Emilia per salire alla Rocca di Assisi, vorrei affidare a queste brevi note di memoria, l’emozione di una giornata, inizialmente piovosa e finalmente assolata e radiosa, in cui innumerevoli marciatori ci hanno manifestato simpatia, solidarietà, per Domenico Lucano e il suo progetto di accoglienza a cui siamo vicini (e non da oggi) e a tutti coloro che ne hanno sostenuto i principi di fondo, anche quando il limite della legalità è stato valicato a fin di bene, tentando di coniugare lo spirito della Costituzione Italiana con il difficile lessico della nostra burocrazia.
Introdotta dalle parole di Alex Zanotelli, pronunciate la sera prima in una affollata conferenza tenuta in un albergo di Assisi, la Marcia della Pace si è trasformata, ora dopo ora, in un grande plebiscito per l’esperienza di Riace e la nostra delegazione è stata il termometro di questa potente manifestazione di affetto che ha trovato, nella giornata del 7 ottobre, un luogo altamente simbolico per esprimersi in tutto il suo entusiasmo.
A dispetto dei cavillosi distinguo esibiti sulla stampa e dei tentativi di separatismo dei giorni precedenti, in aperto dissenso con le scelte del Governo italiano in tema di ospitalità e integrazione, il popolo della Pace ha vissuto ad Assisi un momento indimenticabile di ferma protesta e siamo fieri, come volontari del Festival, di esserne stata parte significativa.
Speriamo che la lezione di unità ed umiltà, venuta dal piccolo borgo francescano, continui ad ispirare alla protesta tanta parte del nostro popolo che ha a cuore la democrazia e i valori dell’eguaglianza, e con tutti coloro che hanno il non facile compito di fare i conti con un’etica profonda e inquieta che oggi come mai, pone urgenti interrogativi.