Foto 7 ottobreDomenica 7 ottobre 2018, dal mattino al pomeriggio, una lunga fila di 100.000 esseri umani si terrà per mano per congiungere due città del centro Italia, Perugia ed Assisi, ripercorrendo la traccia ideale che Aldo Capitini, antesignano dei pacifisti italiani, disegnò nel lontano 24 settembre 1961.

Molte le polemiche che hanno accompagnato questa 23sima edizione della Marcia. Il movimento pacifista e l’associazionismo italiano non smettono di dividersi e di fare distinzioni tra le proprie componenti più radicali, ma il bisogno di dare una risposta urgente alle drammatiche condizioni create dalle guerre e dai conflitti del Mediterraneo (Siria, Libia) e dalle innumerevoli situazioni di crisi che attraversano l’Europa, l’Asia e l’Africa, ci spinge a scegliere l’adesione incondizionata alla Marcia, come momento unificatore delle idee, delle fedi e incontro di diverse e profonde spiritualità, laiche e religiose.

La nostra adesione, quest’anno, è quanto mai convinta per ribadire le urgenze di tutto il mondo giovanile, con le sue aspirazioni e necessità, e della Pace nel mondo, ma essa è anche un segnale di vivace protesta contro le politiche neo-razziste del Governo italiano e delle Istituzioni che si rendono protagoniste di esempi paradossali di mala accoglienza, impedendo lo sbarco di navi di profughi disperati, mettendo per strada intere comunità di immigrati e arrestando il sindaco di Riace, Domenico Lucano, protagonista di una ventennale esemplare esperienza di accoglienza ed integrazione, in una delle aree più povere del nostro Paese.

Gente in marciaE gli amici del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli marceranno verso Assisi con i fazzoletti rossi al collo in segno di protesta per quest’ultimo paradossale oltraggio alla coscienza civica del nostro popolo e di nuova resistenza invitando tutti coloro che parteciperanno alla Marcia a fare altrettanto.

Non è possibile usare la Giustizia a due velocità, penalizzando gli amministratori onesti e ignorando la criminalità organizzata che infiltra le nostre istituzioni e i nostri territori.

E’ tempo di mobilitarsi ed organizzare una resistenza umana più incisiva che mai, per dare una risposta alla urgente necessità di democrazia e di giustizia sociale che costituisce una delle prime emergenze del Paese e segnatamente del Sud.
Per Riace e per tutti gli altri che lottano per garantire un’accoglienza umana a tutti coloro che guardano al nostro Paese con speranza e fiducia.

Affermeremo ancora una volta che Napoli è una Capitale dei Diritti Umani, dell’ospitalità e della solidarietà, città accogliente e di grandi tradizioni culturali, aperta ai flussi migratori e agli scambi umani. Come il nostro Festival che, da dieci anni, è ambasciatore nel Mondo di un popolo pacifico e tollerante.

Il Direttivo del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli

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