Il Festival è con i Calabresi coraggiosi che chiedono più impegno allo Stato contro la mafia
Il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli pubblica volentieri questo appello alle Istituzioni calabresi e Italiane per sostenere la denuncia della cooperativa Sankara e della rete dei Comuni Solidali (Recosol) a cui siamo vicini da sempre.
Comunicato stampa
NUOVA ESCALATION DI INTIMIDAZIONI: SANKARA E RECOSOL INVOCANO INTERVENTI STRAORDINARI
Le solite bestie, che al posto del cervello si ritrovano escrementi di capra, stanno uccidendo la speranza dei calabresi onesti
Giusto un paio di giorni fa, ci ritrovammo costretti a scrivere un comunicato stampa per esprimere solidarietà al Sindaco di Martone, in seguito all’incendio appiccato allo scuolabus comunale.
In quella nota, la nostra cooperativa e l’intera Rete dei Comuni Solidali, chiedevano una maggiore attenzione e prevenzione alle forze dell’ordine, alla magistratura e alla classe dirigente tutta. O meglio, a quella, forse poca, ancora sana.
Sono trascorsi a malapena 4 giorni da quell’ennesimo atto, intimidatorio e vigliacco, che ci ritroviamo costretti a scrivere, ancora una volta nostro malgrado, un nuovo comunicato stampa di solidarietà e sostegno. Ma questa volta, se possibile, è ancora più complicato. Perché di comunicati stampa ne servirebbero tre e solo per oggi. Purtroppo.
Perché di atti di terrorismo mafioso, volti, ripetiamo, ad innescare un clima di paura e sottomissione generalizzata, colpendo quei pochi giusti che lottano con impegno e dedizione per questa terra disgraziata, nelle ultime ore se ne sono registrati addirittura tre.
Il primo, meschino e ignobile, ha preso di mira il procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri. I soliti ignoti, hanno infatti citofonato all’appartamento occupato dal figlio di Gratteri che si trova a Messina, per motivi di studio. «Siamo della polizia, aprite» gli hanno intimato. Pochi minuti dopo, non vedendo arrivare nessuno, il figlio del magistrato si è affacciato sul pianerottolo, giusto il tempo per notare due individui con il volto coperto da un passamontagna mentre scendevano le scale arrivando dal piano superiore. Di certo, una non casualità, visti i successi di Nicola Gratteri contro la feccia calabra, e non solo, sparsa per il mondo.
Il secondo, misero e deplorevole, si è consumato questa notte, ad Amaroni, in provincia di Catanzaro, di fronte all’abitazione del consigliere regionale e presidente e della commissione della Regione Calabria contro la ‘ndrangheta, Arturo Bova. Le solite bestie che al posto del cervello si ritrovano escrementi di capra, hanno dato fuoco all’auto del politico Pd. Nell’aprile dello scorso anno Bova aveva subito un episodio analogo con l’incendio di due sue automobili.
Il terzo, molto simile nella dinamica, è stato indirizzato a Giancarlo Sitra ex sindaco di Crotone, ex deputato, ex assessore provinciale di Crotone ed ex presidente del Consiglio comunale della sua città. Stanotte, un altro incendio doloso e demente, ha distrutto la sua autovettura parcheggiata di fronte casa.
Noi non possiamo, ancora una volta, esprimere pieno sostegno e piena solidarietà alle vittime delle sopra citate intimidazioni. Solidarietà, che ovviamente, si estende anche alle loro famiglie.
Noi non possiamo, ancora una volta, esprimere, senza se e senza ma, assoluta condanna a questi episodi di violenza che mirano a terrorizzare le coscienze sane di Calabria.
Noi non possiamo, ancora una volta, chiedere a Gratteri di andare avanti e di continuare, come ha sempre fatto, a sbattere in galera queste bestie senza rispetto e senza onore.
Noi non possiamo, ancora una volta, invocare un massiccio, straordinario e decisivo intervento dello Stato. Lo ribadiamo, «non è più tempo di passerelle a favore di telecamere. Non è più tempo di proclami e teoremi. E non bastano nemmeno più un paio di pattuglie di forze dell’ordine all’indomani delle intimidazioni. Ora è tempo che vengano individuati i responsabili e assicurati alla giustizia. Ora è tempo di dare un volto a chi tenta, in ogni modo, di instaurare un clima di paura e sottomissione diffusa, e di sbatterlo in galera». Altrimenti, non avrebbe più senso rimanere in questa terra.
Gioiosa Ionica, 16 gennaio 2016
Ufficio Stampa
Coop Sankara
coopsankara@gmail.com