Val Susa – Perché il ricorso al Tribunale Permanente dei Popoli
Sono ormai 25 anni che la comunità della Val Susa si batte contro la decisione di progettare e realizzare un’opera inutile e dannosa come la linea TAV Torino- Lione. Un quarto di secolo non è bastato a fiaccare la resistenza dei valligiani. Ma non è bastato neppure alla democrazia italiana per riconoscere un ambito istituzionale di ascolto e valutazione delle argomentate ragioni di quella tenace opposizione. La decisione degli abitanti e di parte degli amministratori della Valle di ricorrere al Tribunale Permanente dei Popoli segnala l’assordante assenza di una risposta dell’ordinamento italiano ad una richiesta inascoltata di giustizia. Il profilo autoritario, con cui le scelte relative al futuro di intere Comunità, risultano sottratte ad esse da potentati economici e finanziari, non è più, dopo la Val Susa, una prerogativa di quello che un tempo si liquidava come terzo mondo. Prende corpo e forma qui, nel cuore dell’Europa delle Dichiarazioni solenni dei Diritti. Un profilo indifferente alle ragioni di strati sempre più ampi di popolazione che riverbera sul carattere delle moderne democrazie, adulterandolo irreparabilmente .
Il Festival ha chiesto al Presidente del “Contro Osservatorio Val Susa” di venire ad illustrare, al mondo dell’associazionismo campano, le risultanze di questo esordio del Tribunale Permanente dei Popoli nel nostro paese, ritenendo che nella vicenda emblematica del Movimento no TAV, vi siano molteplici implicazioni in grado di suggerire riflessioni e passi anche nella presa di coscienza di una vicenda dolorosamente inscritta nel corpo vivo di una Campania giornalisticamente archiviata come: “terra dei fuochi”.
L’appuntamento con Livio Pepino è fissato per sabato 14 novembre 2015 alle 10 presso l’ex Asilo Filangieri di Napoli.