Romano Montesarchio chiude i Giovedi 2015 di Salerno. Sintesi e prospettive
E tre!
L’altra sera, in compagnia di tanti amici e amiche, abbiamo messo il sigillo finale alla terza edizione dei “Giovedi del Cinema dei Diritti Umani” di Salerno. A tenere la scena dell’ultima sera è stato un bravo regista campano, Romano Montesarchio, profondo conoscitore dell’area a nord di Napoli, cui hanno fatto eco l’appassionato commento di Vincenzo Ammaliato, giornalista e scrittore, e l’arte di Massimiliano Gaudio, musicista.
Un documentario romantico e amaro, ironico e dolce al tempo stesso, “Ritratti abusivi”, ha introdotto la serata dedicata a una delle aree più critiche della nostra regione, il litorale Domizio, una striscia di terra e bosco che racconta una storia tormentata, costellata di abusi, di strapotere criminale e di malgoverno, che ha visto sfregiato, con la miopia di una generazione di amministratori corrotti e collusi, un piccolo paradiso naturale. In questo paradiso perduto, una comunità di napoletani, sradicati dalla loro città, costruisce un’enclave all’interno di Castel Volturno, tradizionale rifugio d’immigrati africani che offrono le loro braccia nelle terre della Campania Felix, e si conquista il diritto a vivere una propria primavera in un’oasi completamente abusiva, Parco Saraceno. Un lusso che non sappiamo quanto ancora durerà, un’utopia felice e serena.
Il film, pluripremiato e prodotto da RAI e Figli del Bronx, ha raccolto ampi consensi tra il pubblico e ha confermato il carattere “itinerante” della nostra manifestazione, che prova ad avvicinare Salerno agli altri territori della regione attraverso i racconti e le immagini di autori, spesso giovani e/o emergenti, che avvertono la singolarità del vivere nella nostra terra e ne svelano gli aspetti più reconditi, i sogni, le pulsioni, le perverse passioni.
Nata per promuovere il cinema documentario, ma anche il grande potenziale creativo dei nostri giovani autori, e mostrare l’occasione perduta del lavoro culturale nella nostra regione, il successo della rassegna salernitana dimostra, ogni anno di più, il bisogno urgente di spazi di incontro privi di etichette formali e la necessità di affrontare temi quotidiani senza la mediazione di esperti e politici, piuttosto in compagnia di testimoni e osservatori che contribuiscono ad arricchire i dibattiti successivi alle proiezioni. Non c’è nostalgia di cineforum in queste serate, ma urgenza di informazione diretta e chiara, di raggiungere i fatti e imparare a leggere nella realtà senza rinunciare all’emozione del cinema.
Dobbiamo all’ospitalità di Enzo Rosco e dell’ART TRE se una rassegna così informale e immediata, ispirata dall’esempio del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, può raggiungere la mente e il cuore della gente di Salerno, anche in momenti concitati come quelli che precedono la confusa campagna elettorale del 2015, in cui i valori del diritto e della partecipazione democratica alla gestione della cosa pubblica sono messi in secondo piano, soprattutto nella nostra regione.
Spero davvero che questo piccolo esempio di lettura collettiva, fieramente antagonista e controcorrente, allevato fuori dai grandi circuiti della politica e della cultura di massa, possa trovare nuovo vento per le sue vele e proporsi in forme ancora più coinvolgenti nei prossimi anni, in una città in cui la mancanza di sale di cinema e di punti di incontro privi di etichette di appartenenza è avvertita da tutti, non solo dai più giovani. Se ne sente il bisogno per rilanciare la crescita della coscienza civica e, più semplicemente, per rinnovare l’antico gusto di ritrovarsi davanti a un bicchiere di vino a discutere del nostro destino di esseri umani.
Proviamoci ancora, insieme, e nuovamente grazie a tutti quelli che ci sono stati vicini.
Maurizio del Bufalo
Associazione “Cinema e Diritti”