Corti Dentro 2015 – Film in carcere, tra Pozzuoli (NA) e Fossano (TO), con la Rete del Caffè Sospeso
“CORTI DENTRO”, lo sguardo delle donne recluse di Pozzuoli
illumina il concorso della Rete del Caffè Sospeso.
E’ il secondo anno che proviamo a coinvolgerle nella premiazione dei cortometraggi del Valsusa Film fest, uno dei Festival più prestigiosi della Rete del Caffè Sospeso, di cui il Cinema dei Diritti Umani di Napoli è fondatore e promotore. E le donne del carcere di Pozzuoli, anche stavolta, hanno accettato di tendere la loro mano ai nostri Festival e alle donne del carcere di Fossano (TO) dove, in contemporanea, si è svolta la stessa valutazione. Un momento comunque emozionante, anche se silenzioso e discreto.
Dieci cortometraggi aventi come oggetto storie vere hanno riempito, per un giorno, la vita di queste donne recluse di cui abbiamo ascoltato, in più occasioni, riflessioni e sentimenti, sofferenze, sogni.
La sezione “Sguardi di genere” del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, in sinergia con le docenti della scuola media “Giacomo Diano” di Pozzuoli, che svolgono da anni un’attenta opera di affiancamento delle ospiti della Casa Circondariale, ha proposto ed organizzato la visione dei film e la votazione che si è svolta il giorno 28 aprile u.s.
Alla fine delle visioni, una giuria formata da 9 componenti ha decretato la vittoria ex equo con 42 punti dei due cortometraggi “Nel silenzio” e “Passo dopo Passo”
Nel silenzio
Di Lorenzo Ferrante e Matteo Ricca, Durata 14′ Cassano d’Adda (Mi)
Mauro un ragazzo introverso rifiuta al condizione vegetativa in cui riversa da anni il suo fratello maggiore
Passo dopo passo
Di Enzo Ferrari Durata 15’ Borgone di Susa (To)
Un’esperienza di viaggio può portarti oltre il prevedibile e può regalarti emozioni ed esperienze inattese.
Ed ecco le motivazioni elaborate dalle donne di Pozzuoli.
“Nel silenzio” affronta un tema doloroso con grande poesia e delicatezza. Estremamente toccanti alcune scene dove la natura raccontava nel silenzio un tentativo di rinascita o quella in cui l’autore provava a ridare luci e colori ad occhi spenti.
“Passo dopo passo” è stato molto apprezzato perché ha focalizzato l’attenzione su una filosofia di vita: raggiungere un obiettivo alto e faticoso a piccoli passi. La realtà del Bangladesh può essere la metafora di un paese dell’anima… da ricostruire!
E’ sempre con profondo rispetto che ci avviciniamo alla vita del carcere e al lavoro dei dirigenti e delle docenti che operano in questa difficile realtà, e non è la prima volta che il nostro cinema ha potuto offrire una finestra di luce in questo mondo così lontano dalla nostre vite quotidiane.
Grazie all’impegno della sezione “Sguardi di genere” del nostro Festival, un paio di anni fa i disegni, le frasi e le voci delle donne di Pozzuoli hanno varcato l’Oceano e sono arrivate fino al carcere argentino di Ezeiza, offerte al pubblico argentino come testimonianza della speranza di chi è privato della libertà.
Il nostro cinema oggi porta un nuovo segno di solidarietà nel carcere, grazie alla sensibilità mostrata dalla Direttrice della Casa Circondariale dott.ssa Stella Scialpi e dal Responsabile della Direzione Educativa, dott. Maurizio Cozzolino, che non hanno esitato a darci questa nuova possibilità e che sentitamente ringraziamo per la costante attenzione che mostrano verso le nostre iniziative.
Determinante, come sempre, il contributo delle docenti della Scuola “Diano”, Fausta Apa, Angela Cicala, Maria D’Emilio, Maria Luisa Martorelli, Fausta Minale, Olimpia Caccavale e Patrizia Schiavone.
A tutte loro rivolgiamo un sentito ringraziamento e la promessa che questi gesti non rimarranno isolati, ma costituiranno parte integrante del nostro prossimo Festival e che il nostro lavoro avrà sempre maggiore attenzione per il contesto carcerario.