I Vincitori del Concorso Cinematografico
I FILM VINCITORI
del
“MEDITERRANEAN RIGHTS AND FIGHTS”
La giuria di qualità del Festival dei Diritti Umani di Napoli composta da Laura Angiulli, regista teatrale e autrice, Direttrice Artistica del Teatro “Galleria Toledo”; Johnatan Ferramola, Direttore del “Terra di tutti Film Festival”; Antonio Fiore, giornalista, sceneggiatore; Roberto Orazi, regista; Nagwan El Ashwal Presidente “Regional Center for Dialogue and Mediation” ha assegnato, venerdì 24 ottobre presso il Palazzo dei Congressi della Mostra d’Oltremare, i premi del “Mediterranean Rights and Fights”, il concorso cinematografico del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli – Special Mediterranean Edition 2014.
Ha vinto il premio HUMAN RIGHTS DOC – MIGLIOR FILM (lungometraggio)
THE LAND BETWEEN di David Fedele. “Per aver saputo mettere in luce una striscia di terra invisibile ai media mainstream, in cui la lotta al diritto di esistere è la prova di forza che queste vite sospese tentano di superare quotidianamente. L’intelligenza del regista è stata quella di non interferire con nessun artificio cinematografico nel racconto, che ricalca in maniera fedele una diretta televisiva, capace di sorprendere per la drammaticità delle sue storie.“
Ha vinto il premio HUMAN RIGHTS SHORT – MIGLIOR FILM (cortometraggio)
PRECIPICE di Nadia Touijer. “La forza della regista è stata quella di affidarsi a pochi elementi per raccontare un conflitto, scegliendo quindi l’elemento della sottrazione dei codici narrativi come chiave di interpretazione della storia. La fotografia infine sublima e rafforza l’atto cinematografico. In conclusione questa storia ci insegna che fra i due litiganti, la capra gode…”.
La GIURIA GIOVANI, composta da studenti napoletani che hanno richiesto l’adesione, ha assegnato la MENZIONE GIOVANI al film:
FASCISM INC. di Aris Chatzistefanou
Il COMITATO DI SELEZIONE del Festival ha attribuito la MENZIONE ARRIGONI-MER KHAMIS al film:
RITRATTI ABUSIVI di Romano Montesarchio: “Il film mette in evidenza le qualità registiche nel modo con cui viene espressa la capacità di creare comunità umana e poi civile in un contesto di assoluta fatiscenza. La professionalità documentaria, puntuale e attenta a cogliere, con tocchi precisi enon enfatizzati, i vari livelli di responsabilità di quell’evidente scempio, viene organizzata con uno stile cinematografico estremamente personale. Come anche è messo in evidenza il contesto non indifferente della natura e di quel legame con lo scenario del mare, che rende l’ambiente simile a scene di guerra mediterranee che ben conosciamo. Il talento appare maturo nel modo con cui calibra la ricerca su persone poste su uno scenario di grande difficoltà umana: l’essere persone è inteso dal regista in modi non paternalistici nè ancorati a banale pietismo, ma nello stesso tempo attenti e partecipativi.”