“Guardami”, una mostra fotografica cancellata ma presente
Sabato sera 7 dicembre, al Palazzo delle Arti, mentre fuori le strade del centro di Napoli erano piene di gente occupata a comprare i regali di Natale, una piccola comunità, raccolta nel buio silenzioso della sala convegni dell’austero Palazzo di via dei Mille, si interrogava sul perché ci siano ancora zone franche per i diritti, appena fuori della porta di casa, protette da un inquietante silenzio.
Maria di Pietro, fotografa del Festival, ha realizzato, a partire da maggio scorso, una mostra fotografica di 35 scatti, sui bambini rom del campo di Masseria del Pozzo, che avrebbe dovuto aprirsi ieri sera e che, invece, ha accettato di cancellare. Lo ha fatto, di concerto con gli organizzatori del Festival, per assecondare le paure dei loro genitori, che pure avevano concesso di mostrarle, onde evitare qualunque problema per le famiglie interessate, anche soltanto ipotizzabile. Allo stesso modo sono state cancellate dal catalogo del Festival tutte le immagini, anche quelle più indirette, che riguardavano i bambini feriti. Una sorta di autocensura che abbiamo praticato con grande amarezza, perché quelle foto denunciano un crimine nascosto che reclama giustizia.
Il fotografo Pino Bertelli, presente alla serata di ieri, ha voluto commentare affettuosamente l’opera di Maria, già vincitrice del concorso fotografico del Festival nel 2008 con un servizio fotografico sui piccoli dei campi di Giugliano, da anni impegnata nella denuncia delle situazioni in cui vivono i Rom della sua città.
Queste alcune delle frasi più intense che il maestro Bertelli le ha rivolto:
“Un’estetica nobiliare della verità (non solo fotografica) che vuole respingere l’infelicità dappertutto…
Quella di Maria è una fotografia della condivisione… riporta in superficie ciò che le istituzioni hanno cercato di sotterrare… non è solo una fotografia in amore verso gli esclusi… è anche una fotografia di denuncia (ma senza le menzogne o le furbizie idiote della fotografia giornalistica spesso a libro paga della politica… della finanza, anche quella più sporca) che si schiera dalla parte della giustizia e della bellezza…
Quando gli uomini e le donne di accorgeranno della fame di bellezza che c’è nei loro cuori… ci sarà la rivoluzione nelle strade della terra”
Abbiamo il sospetto che qualcuno, oltre a voler censurare una libera espressione artistica, abbia avuto timore della grande potenzialità di denuncia che quelle foto esprimono e abbia instillato nei genitori una irragionevole paura, su un improbabile intervento dei servizi sociali ai danni dei minori in questione. Per questo, il Festival continuerà a cercare le modalità giuste per parlare ancora del crimine nascosto, per dare voce a questi bambini minacciati, dimenticati da tutti, che sopravvivono a un passo da casa nostra.
Fidiamo che, presto, le foto di Maria troveranno altri spazi da cui parlare alle coscienze e ai cuori di tutti gli uomini onesti.