CONCLUSA LA QUARTA EDIZIONE DEL FESTIVAL DEL CINEMA DEI DIRITTI UMANI DI NAPOLI
THIS IS MY LAND… HEBRON, di Giulia Amati e Stephen Natanson
Sezione Human Rights Doc
LA POLVERE, di Giuseppe Carrieri
Sezione Human Rights Short
(R)ESISTENZA, di Francesco Cavaliere
Premio Giuria Giovani
A MAO E A LUVA – STORIA DI UN TRAFFICANTE DI LIBRI, di Roberto Orazi
Premio Speciale alla memoria di Vittorio Arrigoni e Juliano Mer Khamis
VINCONO IL 4° FESTIVAL DEL CINEMA DEI DIRITTI UMANI DI NAPOLI
Tutti i vincitori parteciperanno al Festival DerHumAlc di Buenos Aires. La proclamazione in una serata dedicata al coraggio della scelta dell’accoglienza operata a Riace dal Sindaco Mimmo Lucano. Ad aprire la cerimonia di chiusura, il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, in collegamento con Buenos Aires.
Si è conclusa con un’articolata cerimonia condotta da Enzo Nucci e Francesca Ghidini e dedicata all’esperienza di Riace la quarta edizione del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli. Nell’aprire la serata, Maurizio Del Bufalo, coordinatore della rassegna, ha ringraziato il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, intervenuto in rappresentanza della Giunta che ha patrocinato e sostenuto il Festival e ha ricordato l’importanza della Rete di Associazioni che ogni anno seleziona e arricchisce i contenuti del cartellone: «Ho costruito reti per tutta la vita – afferma Del Bufalo. Qualche volta si fallisce, questa invece è riuscita. è riuscita a far impegnare tante persone che credono nei Diritti Umani e lottano per difenderli nel quotidiano. L’impegno è stato ripagato anche dal consenso del pubblico: dalle 5000 presenze registrate agli eventi dello scorso anno, quest’anno abbiamo sfiorato le 10.000. Con Giulia Grassili, Presidente dello Human Rights Film Network, stiamo pensando ora di costruire a Napoli un evento internazionale per far diventare il capoluogo partenopeo, come professiamo nel nostro Festival, una Capitale dell’accoglienza».
Subito dopo il suo discorso, in collegamento telefonico con l’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires, il Sindaco di Napoli ha portato il suo saluto alla rassegna “Napoli Napoli Napoli” organizzata dal Festival in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia d’Argentina e con l’Istituto stesso. «Oggi – ha affermato De Magistris – è solo l’occasione per stabilire un contatto per avvicinare Napoli a Buenos Aires perché Napoli guarda più al sud del mondo che al nord d’Europa. Sono molto orgoglioso che a Napoli stia nascendo un luogo dove fare politica e fare cultura. Noi dobbiamo essere soprattutto il luogo dove vivono persone che non parlano solo di conti economici, ma di solidarietà. Anche per questo il sostegno del Comune al Festival c’è stato e ci sarà sempre».
Con la proiezione di “Articolo 23” di Vittorio De Seta si è entrati poi nel vivo della discussione sulla Calabria che resiste e sull’utopia dell’accoglienza compiuta a Riace da Mimmo Lucano. A parlarne sono stati il viceconsole argentino Enrico Calamai; i giornalisti Manuele Bonaccorsi e Giovanni Maiolo; Chiara Sasso, esponente della RECOSOL – Rete Comuni Solidali; Eugenio Attanasio, direttore della Cineteca della Calabria e il regista calabrese Maurizio Marzolla. Si è raccontata così la contrapposizione tra le immagini belliche viste a Rosarno e la coraggiosa scelta di Riace, interrogandosi sul perché si sia giunti a un tale dissidio. A concludere il dibattito è stato Renato Natale, ex Sindaco di Casal di Principe e Presidente dell’Associazione “Jerry Masslo”, il quale ha presentato il suo “pacco alla camorra” (www.facciamoilpaccoallacamorra.it), un’azione civica dove le realtà che si contrappongono di fatto alla malavita casalese si riuniscono per «restituire – come afferma lo stesso Natale – il “pacco” che la camorra ci ha fatto, ovvero 750 morti ammazzati e molte più vittime di sfruttamento e di violenza». Il pacco proposto da Renato Natale è una confezione nella quale sono presenti oggetti, libri e beni alimentari prodotti in beni confiscati o da associazioni e cooperative che operano nel sociale.
Nel corso della serata, la voce di Enzo Salomone ha accompagnato la riflessione con il “viaggio” di singolare suggestione proposto con la performance Sbarcare. Ellis Island, Lampedusa, Riace a cura di Enzo Salomone e Gianluca Loffredo, una storia delle grandi emigrazioni del ‘900 da e verso l’Italia accompagnate da un video a cura di Gianluca Loffredo e le musiche di Fabio Renzullo eseguite dallo stesso Renzullo alla tromba e da Ron Grieco al contrabbasso.
La cerimonia ha poi lasciato spazio alle premiazioni. Il concorso cinematografico, coordinato da Antonio Borrelli, si era posto l’ambizioso obiettivo di raccontare le attuali situazioni di violazione dei diritti umani. La Giuria, presieduta da Giulia Grassilli, Presidente dello Human Rights Film Network e partecipata da Chiara Brambilla, Maurizio Gibertini, Alberto Castellano e Giogiò Franchini, ha decretato vincitore, tra i 13 documentari selezionati, “This is my Land… Hebron”, di Giulia Amati e Stephen Natanson (Italia 2010, 72’) nella sezione Human Rights Doc. Hebron è un luogo conteso, dominato dall’odio e dalla violenza. Nel 1967, un gruppo di 30 coloni israeliani decise di trasferirsi nella città per riprendere possesso di quella che considerano una parte importante della Terra Promessa. Hebron è l’unica città dei Territori Occupati ad avere una colonia israeliana nel cuore di una città palestinese. 600 coloni vivono protetti da 2000 soldati nel centro storico di una città di 160.000 palestinesi. Qui il conflitto ha preso la forma di una guerra tra vicini di casa dove l’obiettivo è conquistare ogni giorno un metro in più di città, tenere il nemico sotto controllo o semplicemente resistere. Bambini, donne e militari partecipano a questa guerra quotidiana.
La sezione Human Rights Short, alla quale hanno partecipato 10 film, è invece stata vinta da “La polvere”, di Giuseppe Carrieri (India 2010, 11’), film che segue le vicende di una piccola fioraia e di un giovanissimo prestigiatore che si inseguono, senza saperlo, dentro le arterie di una città per loro smisurata. Nel loro incontro, c’è il destino di un’intera infanzia indiana. E del suo arcobaleno. «Perché di notte – come sostiene il giovane filmmaker – si possono vedere gli arcobaleni».
La Giuria Giovani, formata da studenti dei principali Atenei campani, si è invece espressa a favore di “(R)esistenza”, di Francesco Cavaliere (Italia/Olanda 2011, 82’) che racconta otto storie di resistenza civile a Scampia, il noto e problematico quartiere alla periferia nord di Napoli descritto anche in “Gomorra” di Roberto Saviano. In un contesto di forte degrado sociale, criminalità e disoccupazione, i protagonisti raccontano in prima persona la loro vita nel quartiere, considerato il più grande mercato di droga d’Europa. Un Premio Speciale dedicato alla memoria di Vittorio Arrigoni e Giuliano Mer Khamis, assegnato dai selezionatori dei film in concorso (Antonio Borrelli, Maria Di Razza, Andrea Bagnale, Giuseppe Borrone, Francesco Capozzi e Gianluca Loffredo) è invece andato ad “A Mao e a Luva – Storia di un trafficante di libri”, di Roberto Orazi (Italia 2010, 65’) che pone al centro della sua attenzione Ricardo Gomez Ferraz, il quale, ispirato a 16 anni dalla lettura di un libro, inizia una rivoluzione silenziosa dal basso, in una delle favelas più pericolose del Brasile. Colleziona libri per oltre 15 anni, incoraggiando prima i bambini e poi gli adulti alla lettura e aiutandoli ad evitare la droga, la prostituzione, la criminalità. Riconosciuta la sua attività dalla stampa locale, incontra il ministro della cultura Juca Ferreira e poi vince il premio “Faz a diferenca” di Rete Globo, per il sociale. Ad oggi, grazie al suo lavoro assieme al Ministero della Cultura, esistono più di 500 punti di lettura in tutte le zone povere del Brasile.
«Il lavoro di visione e di riflessione sulle opere è stato intenso e partecipato. – ha affermato la Giuria, encomiando il lavoro di selezione – e ha incuriosito e appassionare un’ampia platea di spettatori, fatta di oltre 1000 presenze nei 4 giorni di proiezioni ufficiali”. Tutti i vincitori parteciperanno di diritto all’edizione 2012 del Festival DerHumAlc di Buenos Aires, ideato e coordinato da Julio Santucho, presente alla cerimonia di chiusura della rassegna.
Molto interessanti sono stati valutati anche i lavori del Concorso “La Scuola per l’Europa, Diritti e Cinema”, coordinato da Sabrina Innocenti e patrocinato dal MIUR – Ufficio Scolastico Regionale per la Campania e dall’Assessorato all’Istruzione del Comune di Napoli. La premiazione e’ stata condotta dalla Innocenti con Andrea Barzini, regista de “I giorni buoni”, film vincitore della sezione “Napoli, ieri, oggi e… domani?” dell’edizione 2010 al quale si sono ispirati i ragazzi per le recensioni e le locandine oggetto del concorso. A portare il saluto del MIUR – Ufficio Scolastico Regionale per la Campania, è stato Massimo Maciocia, il quale ha encomiato il lavoro del Festival e quello compiuto dalle scuole e ha dedicato il concorso alla memoria della giovane studentessa Neda, uccisa in una protesta di piazza. La giuria, presieduta da Barzini e partecipata da Lucia Veneruso, Silvia Ricciardi, Sabrina Innocenti e Andrea Bagnale, ha premiato la recensione dell’IPIA “Caselli” di Napoli/Capodimonte, il quale conclude il suo testo con la frase: «Si inizia dai giorni cattivi per provare ad arrivare ai giorni buoni» e quella della II I dell’IIS “Galileo Ferraris” di Napoli/Scampia. A loro sono andati libri e cd offerti rispettivamente dalla libreria Ubik Napoli e da Nanook Media. Menzioni speciali infine hanno ricevuto le locandine degli Istituti “Vittorio Veneto”, “G. B. Vico”, “Urbani” ed ” E. Morante”.