La giornata di apertura del Festival
L’Argentina manda a dire che sta bene…
Napoli, 8 novembre 2011.
L’esordio del 4° Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli ha avuto momenti partecipati, esaltanti, di commozione e anche di speranza.
Al mattino, il prof. Francesco Vigliarolo, sociologo calabrese che vive a Buenos Aires, esperto di economie locali, ha presentato il suo libro sulle “imprese recuperate” argentine come la storia di un nuovo paradigma dello sviluppo postmoderno, un modo solidale di rifuggire dalle ansie della competizione globale che sta sterminando il valore del lavoro e la possibilità degli uomini di realizzarsi nell’attività creativa e riproduttiva, insomma un antidoto alla riproduzione finanziaria ossessiva che ha mandato in crisi il mondo intero. Dalle sue parole traspare il profilo della nuova società argentina che, messa in naftalina da quasi trent’anni di transizione post dittatura, esplode oggi con nuove ricette di crescita che fanno meravigliare il mondo intero, convinto che dopo il default degli anni 2000, in quel popolo non ci fossero più energie per risalire la china.
L’Argentina manda a dire che sta bene e che non vuole saperne di piegarsi alle ricette dei circoli finanziari di Wall Street. Lo hanno sottolineato a vario titolo anche i professori Ventrone e Petrillo, sociologi della Federico II e del Suor Orsola Benincasa rispettivamente, che hanno ricordato come gli esempi della società civile argentina meritino rispetto e abbiano dentro di sé il germe della resistenza, della rinascita e dell’originalità.
Il festival è tornato pochi minuti più tardi nelle aule della facoltà di Giurisprudenza della Federico II per ripercorrere, nel dipartimento di Diritto penale, il difficile iter della tutela dei minori, stimolati al dibattito con gli studenti da due bei film scelti dagli amici del Festival di Sarno e dalle riflessioni dei professori Moccia, Riccio, Cavaliere e Iasevoli. Gli studenti presenti non hanno fatto mancare la loro partecipazione al dibattito che è proseguito anche fuori delle aule. Il pomeriggio è stato segnato da una bella riunione di giovani all’apertura della mostra di foto di carattere antropologico di Eleonora Fanari sulla repubblica indiana del Gujarat con il contributo del prof. Colucciello che ha proposto alcune note sull’India attuale che è diventata una sede di contraddizioni e di contrapposizioni, sospesa tra moderno e antico.
La serata ci ha quindi riservato una affollata performance nel tradizionale cinema Pierrot di Ponticelli dove le parole accorate di Rosalba Beneventano, sorella di Mimmo, militante comunista ucciso dalla camorra 31 anni fa, hanno segnato un momento di commossa partecipazione ad un dolore ancora vivo e al tempo stesso un invito alla resistenza alla barbarie della camorra. Infine, il contrappunto dell’assessore Narducci ha offerto, prima della coinvolgente performance teatrale proposta da Roberto d’Avascio e dalle giovani attrici di Ponticelli, un importante riconoscimento al Festival per il lavoro svolto dalle associazioni della sua rete a Napoli e in provincia e nel Mondo, un segnale che ci aiuta a sperare che la nostra presenza non debba restare una testimonianza di impegno per pochi, ma che potrebbe segnare un nuovo modo di rapportare la società civile alle istituzioni e restituire a Napoli un’immagine più consona alla sua tradizione di cultura e tolleranza.
Maurizio Del Bufalo